IL SUO PENSIERO
   

Leggere Sturzo oggi non significa fare un tuffo nel passato. Tutt'altro. " sconvolgente constatare l'attualità del pensiero sturziano, anche e soprattutto relativamente a temi e problematiche che sono al centro del dibattito politico odierno.
I suoi scritti costituiscono un'immensa ricchezza di meditazioni e riflessioni utili a tutti, e più che mai indispensabili a quanti avvertono la vocazione a impegnarsi per il bene comune.
Possiamo senz'altro affermare che il decentramento, l'autonomia, il federalismo sono stati preminenti nel pensiero e nell'opera di Luigi Sturzo tanto che, in ogni periodo della sua attività, troviamo scritti dedicati a questi argomenti.
Egli ebbe un costante interesse per il municipio, e in generale per i problemi concernenti la vita degli enti locali. Nel 1908 Sturzo fu invitato a Palermo per partecipare alla prima Settimana Sociale dei cattolici, e in quell'occasione svolse una conferenza dal titolo "L'autonomia comunale".
Il tema della relazione si inserisce in quel lungo dibattito sulla forma istituzionale da dare allo stato italiano risalente al periodo del Risorgimento e poi continuato subito dopo l'unificazione e che ha in Luigi Sturzo uno dei principali protagonisti.
Infatti, come è noto, nonostante le forti spinte autonomistiche, la legislazione del nuovo stato unitario fu fortemente accentrata e si limitò a concedere ai comuni una sorta di decentramento burocratico e amministrativo.

Nel dettato politico sturziano rimane viva ed importante la sua coerenza: LOTTA ALLO STATALISMO che si concretizza – scrive G.Morra – perché imputa alla D.C., con spirito profetico, la nascita delle tre malabestie della democrazia: Statalismo, partitocrazia e sistema delle tangenti. Possedeva il prete siciliano, le tre virtù necessarie del vero politico – continua Morra– ispirazione ideale, intransigenza morale e realismo sociologico che, sommati con la fratellanza e l’amore, rendono forte la democrazia senza pericolo di decadere in demagogia ovvero in dittatura. Dello Stato, Sturzo sosteneva essere ordine necessario per il vivere civile, mentre dello statalismo diceva essere il distruttore d’ogni ordine istituzionale e d’ogni morale amministrativa. L’individualismo non può essere accentuato a danno della società né’accentuazione socialista a danno dell’individualità. Così – continua Sturzo – dicasi di libertà e liberalismo, comunità e comunismo. Statalismo non è lo Stato ma è contro lo Stato. Ad esempio. All’aumento degli stipendi degli impiegati corrisponde l’aumento delle tasse che a loro volta si ripercuotono sempre sui prezzi e sulle tariffe postali, ferroviarie, telefoniche, sul costo del lavoro e con giro vizioso e sempre uguale si annulleranno ricominciando, anche attraverso manifestazioni di sciopero, tutto daccapo fino a diminuire sempre più il potere d’acquisto della moneta; con tutte le conseguenze che in economia ne scaturiscono. Appare, come conseguenza, sereno il concetto che “ senza libertà economica non ci può essere libertà politica, né si potrebbe parlare di diritti individuali.Ed è innegabile che le società che hanno abbracciato l’economia di mercato sono quelle dove il benessere è più diffuso”. Concetti analoghi e punti fondamentali per una nuova società li troviamo in Mises:”la pace è la teoria sociale del liberalismo”; Thoreau, Friedman Milton. E Hayek, guardando con preoccupazione ai malati fisici e mentali, agli handicappati, emette un grido d’allarme: “E’ necessario assicurare un reddito Minimo a tutti, o un livello sotto cui nessuno scenda quando non può più provvedere a se stesso, non soltanto è una protezione assolutamente legittima contro rischi comuni a tutti, ma è un compito necessario della Grande Società in cui l’individuo non può rivalersi sui membri del piccolo gruppo specifico in cui era nato”. Tutto ciò porta alla necessità di una classe dirigente del tutto nuova, formata e capace che non comprenda le “vecchie glorie”. Ma da uomini competenti, onesti e pertanto credibili. Luigi Sturzo, questo grande profeta inascoltato, aveva intuìto
che “nella mente dei dirigenti della politica assumeva la figura dell’avversario che sferza e non del critico che coopera e neanche del medico che diagnostica la malattia e ne prescrive la cura”. Amareggiato eleva le mani verso il Cielo: “Prego Dio che il mio grido sopravviva alla mia tomba”. Il Terzo Millennio sarà l’èra dell’antistatalismo.

 
 
 

 

 
 
Copyright © 2012-2017 Tutti i diritti riservati - All right reserved - Dott. Salvatore Piscitello
Powered by Studio Grafico Di Leo